Un tecnico informatico perde 23.000 euro l’anno.
Uno psicologo 22.000.
Un avvocato 19.000.
Un commerciante 7.000.
Quando accadono queste cose spiacevoli? Quando vieni tassato? Quando c’è una crisi di domanda?
No. Quando crescono.
Questo è quello che accade, infatti, quando i soggetti di questi esempi aumentano il loro fatturato da 85 mila a 86 mila euro.
Avete capito bene: lavorano di più, fatturano di più, crescono.
Ma diminuiscono il loro reddito di decine di migliaia di euro.
Accade perché entro gli 85 mila euro sono nel regime forfettario (= hanno un’aliquota del 15% secca), ma appena un euro dopo tornano nell’Irpef ordinaria, con un’aliquota del 45/46% su tutto ciò che eccede i 50.000 euro di reddito imponibile.
Come ripetiamo spesso, siamo il paese che negli ultimi 30 anni è cresciuto meno al mondo, e dove le attività produttive hanno una dimensione media troppo piccola.
È paradossale avere un sistema fiscale che incentiva a non crescere, o in alternativa a fare nero.
La soluzione è avere un passaggio morbido per chi supera la soglia, in modo che la crescita sia incentivata. Non resa impossibile.