Sogno referendum sui temi eticamente sensibili: sul matrimonio gay, sull’adozione, sull’eutanasia, sulla gestazione per altri. In modo che – su temi così delicati – ognuno cittadino nel segreto dell’urna possa dire la sua (io voterei SÌ a tutti tranne l’ultimo).
Sogno un grande referendum sulla questione istituzionale che da 30 anni la politica non ha il coraggio di affrontare:
vogliamo essere una democrazia maggioritaria (con una legge elettorale maggioritaria a doppio turno, in cui la sera delle elezioni sai chi governerà) o proporzionale (in cui ogni forza politica corre per sé e il governo si fa con un accordo trasparente dopo il voto)?
Sogno un referendum con una domanda semplice: volete voi che l’Italia torni ad usare l’energia nucleare a scopi di produzione di energia elettrica?
Sono queste le cose su cui secondo me sarebbe fondamentale tenere dei referendum: far esprimere liberamente gli italiani per avere indicazioni definitive sui grandi temi che gli attori della democrazia rappresentativa considerano troppo rischiosi per metterci la faccia e agire.
Da troppo tempo invece , questo fondamentale strumento di democrazia diretta è stato completamente snaturato:
viene usato per quesiti iper-tecnici che quasi sempre gli stessi promotori non capiscono, visto che riempiono l’Italia di balle per convincere gli elettori della bontà delle loro tesi (si pensi ai quesiti sull’acqua pubblica nel 2011 o quelli di oggi sul lavoro).
Sono usati – e questa la verità che nessuno ha il coraggio di dire – solo per avere spazi obbligatori sui media, al fine di dare visibilità al proprio sindacato o forza politica.
Per cui, buon voto a chi oggi e domani ha scelto di andare a votare, e buona astensione a chi ha (in piena, totale e assoluta legittimità democratica) scelto di non farlo.
Speriamo che la politica abbia il coraggio di amare la democrazia diretta così tanto da sapere quando va usata e quando no.