Un altro ordinario 16 marzo

Come ogni anno, ho aspettato quasi fino a fine giornata per fare un post sull’anniversario della strage di Via Fani.

Ho prima voluto vedere uno per uno quelli fatti da colleghi politici, giornalisti, storici, commentatori.

Parole bellissime, importanti e piene di significato.

Ma anche quest’anno non ce n’è stato uno che, accanto al ricordo delle vittime e all’inizio del calvario di Aldo Moro, ricordasse che in realtà, da 46 anni, non abbiamo la minima idea di cosa realmente accadde quella mattina. Non abbiamo idea del numero dei partecipanti all’attacco, della dinamica esatta e di cosa accadde nei minuti successivi.

E a dirlo non è napalm51 o qualche narcisista in cerca di ospitate Tv, ma il parlamento della Repubblica italiana, in una relazione approvata all’unanimità nel dicembre 2017. Che certifica la falsità del racconto fatto da Valerio Morucci a metà anni Ottanta e poi diventato, acriticamente e comodamente, verità.

Non lo si dice per timore – comprensibile, ce l’ho anch’io – di essere accomunati ai fessi di cui sopra: a quelli che vedono il complotto ovunque (il cattivo della Spectre che accarezza il gatto e che preme il bottone) e che immaginano che certi tornanti della Storia siano approvati con atto ufficiale dal “cattivo”: che sia “il governo americano” o il “governo sovietico”, o “la CIA”, “il KGB”, “il Mossad”, “Kissinger”, “gli ebrei che governano il mondo, “Cossiga e Andreotti” e via di altre spiegazioni facili e suggestive. Buone per farsi ridere dietro e, in ultima analisi, a rendere più inattaccabili le versioni ufficiali.

Molti di questi illusi li troverete qui nei commenti: loro “sanno” cosa successe, come, e perché.

Beati loro. Io no, non lo so.

E sono venuto a patti con l’idea che non lo saprò mai.

Esattamente perché non c’è nessuno – attorno al “potere” di oggi – che è minimamente interessato a scoprirlo o anche solo a continuare a chiederselo. Forse perché ne ha paura, forse perché non porta voti, forse perché porta solo nemici (e ha ragione, in tutti e tre i casi).

Nel frattempo, anche questo 16 marzo, i fantasmi di 5 ragazzi servitori dello Stato (assieme al fantasma di Aldo Moro), salutano, ringraziano e in silenzio se ne vanno.

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