Buon anno, Giorgetti. Ne hai bisogno

Le 3 cose che non convincono nell’intervista di oggi a Il Sole 24 Ore.

(Spoiler: il più interessante è il punto 3).
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PUNTO 1

“Sul Patto di Stabilità, abbiamo ottenuto che il periodo di aggiustamento sia allungato da 4 a 7 anni in modo automatico in cambio degli impegni sul Pnrr”

Davvero? Interessante. Nei documenti ufficiali però c’è scritto altro.

“Si TERRÀ CONTO degli impegni previsti nei piani di Ripresa e Resilienza degli Stati membri per decidere l’estensione del periodo di aggiustamento, a condizione che i piani contengano significative riforme e investimenti mirati allo scopo di migliorare la sostenibilità fiscale e accrescere il potenziale di crescita dell’economia, e a direzione che lo Stato membro interessato si impegni a continuare lo sforzo di riforma anche oltre, cioè per la durata del piano di aggiustamento, e a mantenere il livello di investimenti pubblici realizzato in media durante il Pnrr”. (Articolo 38 Bis del Regolamento sul Braccio Preventivo)

A voi sembra che questo equivalga a dire che il solo fatto di avere il Pnrr garantisce l’estensione da 4 a 7 anni dell’aggiustamento?!

PUNTO 2

“Mi sono dovuto confrontare anche con le ironie del ministro delle Finanze tedesco sul meraviglioso mondo italiano in cui uno Stato col il debito al 140% del Pil ti rifa’ la casa a sue spese”.
“Dobbiamo essere selettivi nella spesa e negli incentivi, e’ un principio generale ineludibile. E dobbiamo tenere il debito su un percorso di discesa perché una scelta diversa non è né opportuna né possible, nel senso che non ce la possiamo permettere”.

Interessante. Un duro atto di accusa verso Superbonus e debito.
Chissà cosa ne pensa il Giorgetti-vice segretario di un partito (la Lega) che è stato uno dei supporters maggiori del Superbonus e che ogni 5 minuti chiede di fare maggiore debito.

PUNTO 3

“Le leve per confermare anche per il 2025 il taglio del cuneo e dell’Irpef sono molte, e nella delega fiscale è indicata tra le altre la razionalizzazione delle tax expenditures di cui nel decreto sull’Irpef a 3 aliquote c’è un primo assaggio: la franchigia da 260 euro per le detrazioni di chi dichiara più di 50 mila euro all’anno. Andranno attuati anche quegli aspetti della riforma fiscale che sono magari meno sexy sul piano della comunicazione e del consenso politico”.

Attenzione, qui il ministro ci annuncia come si eviterà, nella prossima legge di bilancio, che le tasse aumentino per chi guadagna meno meno di 35.000 euro l’anno: aumentando le tasse a chi ne guadagna più di 50.000. Non è sexy sul piano della comunicazione e del consenso politico, ma si dovrà fare.

Buon Anno Ministro. Ne hai bisogno tu, ma mi pare di capire che ne abbiamo bisogno pure noi.

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