Scardinare il bipolarismo e dotarci di una prospettiva politica a lungo termine.

La mia intervista con Alfonso Raimo per Huffington Post del 31 luglio 2023

Dall’emendamento sulla previdenza complementare al voto in Senato su Daniela Santanchè, alle parole di Renzi sulla commissione Covid. E’ in corso una manovra di avvicinamento di Italia Viva alla maggioranza di Giorgia Meloni?

Sia noi che Azione abbiamo deciso di provare a scardinare il bipolarismo. E non per divertimento, ma per ragioni politiche: crediamo che – a differenza del periodo 1994-2008 – questo bipolarismo sia trainato dai populismi e non dal centro, e perciò non rappresenti appieno la domanda politica della società italiana, oltre a non offrire soluzioni alla decennale esigenza di modernizzazione del paese. Per scardinare questo bipolarismo, è inevitabile a volte sostenere le ragioni della maggioranza, a volte quelle delle altre opposizioni, concentrandosi sul merito dei provvedimenti e facendosi guidare dalla coerenza dei valori liberal-democratici. La narrazione mediatica però è tale che quando si condividono le ragioni dell’opposizione, si è subito etichettati come fautori del Campo Largo; mentre quando si condividono quelle della maggioranza, si è la stampella del governo. Bisogna avere la pazienza di ignorare queste rappresentazioni macchiettistiche, che esse stesse sono viziate dal fatto di considerare immutabile e eterno questo assetto bipolare.

A proposito del voto su Santanchè. Twitter ribolle. Italia twiga, è l’hashtag di tendenza dopo la cena di Bonifazi, Boschi e Nobili. Scusi la sfacciataggine: l’hanno invitata? Ci sarebbe andato? Fuori di metafora, Italia twiga è un approdo o una deriva?

No, non mi hanno invitato e comunque – ringraziando – avrei declinato; lo scorso weekend ero a Pescocostanzo con mia moglie e i nostri amici. Nel tempo libero preferisco frequentare persone al di fuori dell’ambito lavorativo. In ogni caso, capisco che chi fa politica sia sottoposto ad un severo scrutinio, però onestamente mi spaventa un po’ un dibattito in cui un politico nel suo tempo libero non può decidere di fare quello che accidenti gli pare. Nella fattispecie poi, se andassimo a vedere quanti politici sono stati al Twiga, penso che troveremo tanti novelli Savonarola.

L’emendamento di Iv al Dl Pa2 sulla previdenza è passato col sostegno decisivo di Fratelli d’Italia. Curiosamente non porta la sua firma, anche se lei è l’esperto del partito sulla materia previdenziale e finanziaria. Lo condivide? Come valuta questa vicenda?

Ci mancherebbe che ogni emendamento dalle seppur vaghe implicazioni economiche debba avere o la mia firma o il mio benestare….passerei la vita a fare solo quello. In ogni caso, la vicenda mi è nota perché è una questione che gira da parecchio: da quel che so, si tratta di risorse che erano state assegnate anni fa per promuovere campagne di sensibilizzazione sul fondamentale tema della promozione della previdenza complementare. Ma gli assegnatari non avevano fatto assolutamente nulla, e le risorse giacevano inutilizzate. L’emendamento era una delle tante possibili soluzioni per assegnarle a chi, invece, aveva modo di usarle. Ma non conosco ulteriori dettagli, dovete rivolgervi a chi ha seguito la cosa nella commissione referente.

Renzi ha difeso la proposta di legge che istituisce la commissione Covid, anche contro la posizione espressa dal presidente Mattarella. Bonetti – era ministro nel governo Conte 2- ha usato parole di segno esattamente contrario a quelle di Renzi. Chi ha ragione? Lei cosa pensa? Non è contraddittorio sostenere una commissione sull’operato di un governo in cui si esprimevano ministri e sottosegretari.

Odio fare Salomone, ma a volte è inevitabile. Renzi ha ragione quando dice che (in un paese che ha fatto commissioni d’inchiesta per ogni tipo di questione, anche minore) ha certamente senso un articolato ragionamento su un evento dirompente come la pandemia, per capire bene se tutto quello che è stato fatto non si potesse fare diversamente; se non altro, per arrivare preparati alla prossima emergenza. Credo però abbia pienamente ragione anche la Bonetti quando avverte che occorre specificare meglio, e in alcuni casi delimitare, il mandato di questa commissione.

Mi metto nei panni di un elettore di Iv. C’è tra una parte di Iv e Renzi una differenza di linea politica? Ma non si capisce in cosa si sostanzi. E’ il rapporto con il governo la grossa differenza? Lei approderebbe a un’intesa – anche solo parlamentare – con la maggioranza di Giorgia Meloni? In particolare, qual è il rapporto di Italia viva rispetto alla maggioranza di governo e come immagina possa evolvere?

Come dicevo prima, è la fisiologica fatica di provare a rompere un bipolarismo che, pur con le sue imperfezioni e secondo me con i suoi danni, esiste da trent’anni. Se la maggioranza copia gran parte della nostra riforma fiscale e noi ovviamente la votiamo, siamo la loro stampella. Se li critichiamo sulla ignobile pantomima del Mes (o vogliamo migliorare la proposta di salario minimo delle altre opposizioni) siamo pronti per andare con Conte e Schlein. È un riflesso condizionato di un dibattito pubblico che pensa sia impossibile proporre una visione riformista e liberal-democratica alternativa a entrambi gli attuali schieramenti. Noi invece crediamo sia possibile, e non ci facciamo condizionare da chi rimane prigioniero di un assetto politico che ormai ha fatto il suo tempo.

Lei, e con lei, tra gli altri la ministra Bonetti, ha espresso critiche alla posizione del presidente Matteo Renzi. Lei ha annunciato l’intenzione di contendere la leadership al congresso. Ma è solo una questione di leadership? Lei ha detto che vuol vedere quali saranno le regole del congresso. Dal suo punto di vista come devono essere?

Non ho annunciato alcuna intenzione. L’unica cosa che mi sono limitato a dire, assieme ad Elena, è che se in autunno – come era stato stabilito da tempo – Italia Viva farà un congresso per il livello locale, è giusto farlo anche per il nazionale. Senza attendere più di un anno e soprattutto senza inventarsi ruoli attualmente non previsti dallo Statuto. Tutto qui. Questa richiesta è stata accolta, a testimonianza che Italia Viva è una comunità dove è possibile discutere serenamente, e attualmente siamo in attesa di capire che tipo di regole verranno stabilite. Se mi consente, la mia opinione su quali regole siano maggiormente desiderabili la dirò nell’organismo che abbiamo costituito per predisporle.

Se le regole non la soddisferanno, esclude di lasciare il partito? Nel senso che considererebbe compromesso il tentativo di formare il soggetto unico liberaldemocratico a partire da Italia viva? E questo soggetto, nell’attuale quadro bipolare, con chi deve allearsi?

Io mi fido della mia comunità, perlomeno fino a prova contraria. E confido che questo nostro primo congresso sia l’occasione per confrontare linee politiche alternative per dotarci di una prospettiva politica di lungo termine, e per darci un’organizzazione adeguata. Così come ho fiducia che le modalità del nostro stare insieme possano andare maggiormente al passo coi tempi e con le fasi politiche che si sono succedute da quando molti di noi iniziammo questo percorso più di dieci anni fa.

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