Sui mutui. Oltre la demagogia.

Dieci domande e risposte per capire meglio e farsi un’idea.

1) DA DOVE VENIAMO?

Veniamo da un decennio di tassi di interesse molto bassi.

2) PERCHÉ SONO STATI COSÌ BASSI?

Per due ragioni principali.

a) l’inflazione è stata molto bassa per ragioni strutturali (venute meno dopo la pandemia) e i tassi di interesse tendono a seguire l’inflazione.

b) la politica monetaria – che manovra i tassi a cui le banche si finanziano presso la banca centrale e influenza con il Quantitative Easing anche i tassi a lunga scadenza – è stata molto accomodante, per rispondere alle dure recessioni che hanno colpito le economie mondiali negli ultimi 15 anni.

3) CHE IMPATTO HANNO AVUTO TASSI COSÌ BASSI SU CHI DOVEVA FARE UN MUTUO?

I mutui a tasso variabile sono parametrati all’Euribor a 6 mesi ( = tasso al quale le banche si prestano soldi a vicenda).

I mutui a tasso fisso sono parametrati all Irs ( = tasso al quale la banca si copre dal rischio di concedere un prestito ad un tasso che non varia negli anni).

Entrambi i tassi, negli ultimi 10 anni, sono stati molto bassi.

L’Euribor è stato sempre prossimo allo zero, e negli ultimi 5 anni addirittura sotto zero; l’Irs è stato di poco più alto, in media circa 1%.

4) QUINDI CONVENIVA FARE UN MUTUO A TASSO VARIABILE?

No, per nulla.

Facendo un mutuo a tasso variabile si risparmiava SUL MOMENTO qualche decina di euro nella rata mensile, che era comunque molto bassa.

Ma era del tutto ovvio – soprattutto negli ultimi anni – che i tassi non sarebbero rimasti bassi per sempre, e che quindi stipulando un mutuo a tasso variabile (collegato ai movimenti dell’Euribor) quelle poche decine di euro di risparmio subito sarebbero state più che compensate dagli aumenti futuri della rata.

5) OK MA ORA CHI HA FATTO UN MUTUO A TASSO VARIABILE HA UN FORTE AUMENTO DELLA RATA. CE NE FREGHIAMO?

No, non ce ne freghiamo.

L’ultima Legge di Bilancio ha previsto che le banche siano obbligate a trasformare il mutuo da variabile a fisso per le famiglie più deboli ( = chi ha un mutuo fino a 200 mila euro e un Isee fino a 35 mila euro).

Per i più deboli è anche previsto l’accesso ad un fondo – facemmo noi l’emendamento durante la pandemia – che permette di sospendere fino a 18 mesi il pagamento del mutuo prima casa in caso di problemi al lavoro.

6) SI PUÒ FARE ALTRO?

Si può concordare con la propria banca un allungamento della durata del mutuo, per spalmare i maggiori interessi su un periodo più lungo. Sapendo però che – alla fine – si andrà a pagare complessivamente di più o al massimo circa la stessa cosa, se sei proprio fortunato.

Oppure, se la banca comunque rifiuta, si può gratuitamente trasferire il mutuo presso un’altra banca più disponibile.

Ecco perché il mercato e la concorrenza sono quasi sempre la soluzione migliore ai problemi dei consumatori.

7) MA NON POSSIAMO USARE SOLDI PUBBLICI PER AIUTARE QUESTE PERSONE?

No, non possiamo. O meglio, certo che si può. Ma sarebbe un grave errore.

8 )AH LO SAPEVO! LIBERISTA! AUSTERO! TECNOCRATE!

Grazie dei complimenti, ma ho anche dei difetti.

9) NON SCHERZO!

Neanche io.

Chi negli anni scorsi ha scelto di fare un mutuo a tasso variabile invece del fisso si è fatto attrarre dal fatto che subito avrebbe pagato una rata molto bassa ( = perché l’Euribor è sempre più basso dell’Irs), e così è stato per tanti anni ogni mese.

E non mi pare che durante questo periodo qualcuno si sia dichiarato disponibile a devolvere questo vantaggio alla finanza pubblica. Magari per “compensare” chi, avendo fatto un tasso fisso, si trovava a pagare di più.

Ora che i tassi sono saliti è troppo comodo chiedere che i maggiori costi siano pagati dalle tasse dei cittadini.

È molto pericoloso un sistema in cui quando le cose vanno bene ti godi i vantaggi, e quando vanno male ti ricompensa lo Stato.

10) MA LO STATO NON PUÒ PROPRIO FARE ALTRO?

Si. Rendere obbligatoria l’educazione finanziaria a scuola.

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