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Lβorizzonte di programmazione del Def per legge Γ¨ triennale (quindi 2024-2026). Ma nessun essere vivente guarda gli ultimi 2 anni, il 2025 e 2026. E pochissimi guardano anche al primo, il 2024, perchΓ© tanto βci sarΓ tempo con la Nadef di settembre e con la legge di bilancio. Coerente con lo stato del dibattito politico italiano, in cui 6 mesi Γ¨ giΓ un orizzonte troppo lungo.
Ma chi ha la perversione di leggere tutto il Def trova, verso la fine, informazioni che dicono molto sul reale stato della situazione in questo Paese. Vi va di guardarlo?
Questa figura mostra lβevoluzione del rapporto debito/Pil sotto una serie di ipotesi OTTIMISTICHE. La prima Γ¨ che, tolte le spese per lβinvecchiamento futuro della popolazione, entro la legislatura si faccia una restrizione fiscale di circa 56 miliardi. CioΓ¨ si ipotizza che lβavanzo primario (=entrate – spese, al netto degli interessi) passi dal -0,8% del 2023 al + 2% del 2026 e TALE RIMANGA NEI DECENNI SUCCESSIVI.
La seconda ipotesi ottimistica Γ¨ che il tasso di crescita annuo medio della produttivitΓ sia +0,8%. Negli ultimi 50 anni come documentano Giampaolo Galli e Lorenzo Codogno nel loro ultimo libro, Γ¨ stato pari a circa zero.
Quindi, riassumendo: se entro la legislatura si tagliano 56 mld (e si rimane a quel livello) e se la produttivitΓ totale dei fattori riprende a crescere dopo 50 anni lβaumento di spesa pubblica connesso al solo invecchiamento della popolazione porterΓ il nostro debito pubblico a toccare il 180% del Pil entro i prossimi 30 anni.
E se le ipotesi fatte dovessero essere meno ottimistiche? Vediamo. Reggetevi forte perΓ².
Se il flusso netto di immigrati (=immigrati – emigrati) dovesse ridursi del 33% rispetto allo scenario base (linea azzurra) il rapporto debito/Pil sfonderebbe il 200%. Solo un aumento del flusso netto di immigrati del 33% (linea gialla) renderebbe meno grave il problema.
Tutto questo, ovviamente, se non si realizzano nuove riforme che riducano lβetΓ pensionabile, come chiesto dai sindacati e da molti partiti di destra e sinistra. Altrimenti, anche in questo caso, il rapporto debito/Pil salirΓ ancora di piΓΉ.
Permettete quindi un riassunto.
Lβinvecchiamento della popolazione Γ¨ una spada di Damocle sui conti pubblici italiani. Lβ aumento della spesa (pensionistica e sanitaria) connessa con questo fenomeno, porterΓ il nostro debito pubblico a livelli insostenibili ANCHE SE – sulle altre spese – si mantenesse un avanzo primario che implica il tagliare 56 mld di spese entro fine legislatura, ANCHE SE la produttivitΓ – che ristagna da mezzo secolo – crescesse dello 0,8% lβanno, e ANCHE SE non si riducesse ulteriormente lβetΓ pensionabile, ANCHE SE lβafflusso netto di immigrati non peggiori. Ma se SOLO UNA di queste condizioni non si verificasse, la situazione sarebbe di gran lunga peggiore, con lo sfondamento della soglia del 200% di debito/Pil.
Pensate se dovessero verificarsi piΓΉ di una, o tutte e quattro.
Il Def si incarica di rassicurare: se invece su questi fronti si farΓ di meglio (aumentare il flusso netto di immigrati, attuare profonde riforme strutturali che portino la produttivitΓ a crescere del 1% annuo, una piΓΉ efficace spending review e riforme di buon senso del sistema pensionistico) allora il nostro futuro non assomiglierΓ ad un inverno nucleare.
Concludo con due domande.
La prima: quale parte del dibattito pubblico italiano Γ¨ pronta a sollevare lo sguardo da quel che accade domattina per raccontare la veritΓ agli italiani?
La seconda: quale forza politica, per prima, abbandonerΓ la modalitΓ βtelevenditaβper promettere agli italiani un serio e coerente programma di riforme per assicurarsi che i nostri figli abbiano ancora un paese decente in cui vivere?
A voi, anzi a noi tutti, le risposte.