Newsletter #23

Buongiorno cari amici e care amiche e bentornati all’appuntamento con la newsletter, 

 È passato un mese dall’ultima che vi ho spedito e dunque il materiale non ci manca. 

  • Terzo Polo: abbiamo deciso nel comitato politico di accelerare il progetto di costruzione del partito unico del liberal-democratici, o come si chiamerà. Delle sfide che i attendono ne ho avuto di parlare in questa intervista con Libero, a Tg1 Mattina e a Rainews24 
  • MES. E voi direte? “Ma ancora?” Purtroppo si, ancora. Dopo anni di cialtronismo e bugie dai sovranisti e dai populisti sta arrivando l’inevitabile momento in cui l’Italia dovrà ratificare il trattato di riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. Ne ho avuto modo di parlare non solo in tv ma anche nell’Aula della Camera direttamente con la Presidente Meloni durante il Question Time, alla quale ho posto una semplice domanda: “Quando ratifichiamo il MES?”. E la risposta che abbiamo ricevuto ci lascia due forti preoccupazioni, come ho detto a il Sole 24 Ore 

Ovviamente nel dibattito pubblico la questione cessioni crediti e superbonus ha continuato a tenere banco. Mentre si discuteva del Milleproroghe non sono riuscito a trattenermi e ho dovuto prendere la parola dopo le ennesime cialtronate (più del solito) che ci stavano raccontando i colleghi a 5 stelle. Qui potete vedere invece la mia dichiarazione di voto sul Milleproroghe e qui potete vedere la mia dichiarazione di voto alla sulle mozioni sulla cessione dei crediti. 

Non possiamo non parlare di un altro avvenimento che, finalmente, contribuisce non poco a fare chiarezza nell’offerta politica di questo Paese: l’elezione di Elly Schlein a segretaria del Partito Democratico. E questa chiarezza non è tardata ad arrivare. Due esempi? La manifestazione di Firenze e il congresso della CGIL. Nel primo caso ho spiegato sia in tv che sul mio sito perché noi non centriamo niente con la foto Schlein-Conte-Landini e le loro magliette con gli slogan sulla scuola pubblica e la Costituzione. E nel secondo caso è venuto fuori chiaramente come su su pensioni, energia, sanità, tasse, salario minimo le distanze ci siano e siano profonde. 

Piccola nota a margine del congresso della CGIL. Dal palco di Rimini, sotto gli applausi scroscianti della platea, abbiamo assistito all’ennesimo (e cialtrone) comizietto di Giuseppe Conte sul Jobs Act a base di insulti e bugie. Ma le bugie hanno le gambe corte. Sopratutto quando si citano studi non letti o, peggio ancora, non capiti. Immaginatevi, a parti inverse, se fosse stato qualcuno di noi a fare tale sfoggio di ignoranza. La propaganda grillina ci avrebbe travolti. 

E arriviamo alla riforma fiscale. Quella approvata dal governo a Meloni nei giorni scorsi è, in pratica, la fotocopia della riforma Draghi e di tutto quel lavoro parlamentare che avevo guidato nel 2020-2021. Chiariamoci subito: questa è una cosa positiva. La politica infatti non è una gara a chi arriva prima, non è una competizione tra bandierine, non è – come mi sentite dire spesso – una sfida tra curve ultra. I contenuti della nostra riforma erano quelli che servivano all’Italia, e semmai il problema di coerenza è di Fratelli d’Italia, che fu l’unico partito a non votare la nostra riforma nel giugno 2022. Purtroppo però quando hanno azionato la fotocopiatrice, gli deve essere scappata la mano in 4 o 5 punti… il testo della legge delega infatti contiene alcuni “richiami della foresta” decisamente sbagliati o inutili. Su quelli concentreremo la nostra attenzione nelle prossime settimane. Anzi, nei prossimi anni, visto che si tratta di una legge-delega (cioè una legge che contiene solo principi , che poi devono essere attuati), e il governo ha scelto di dare ben due anni di tempo per l’emanazione dei decreti legislativi. Quindi, al momento purtroppo stiamo parlando ancora di nulla. Il che però ci porta alla domanda fondamentale: il centrodestra non poteva approvare la riforma Draghi nel settembre scorso (quando invece ne determinò l’affossamento), così che i decreti attuativi sarebbero già realtà? Ecco a cosa porta la politica da curve ultra: a perdere tempo e non riformare l’Italia. 

In questo mese ho avuto modo di girare un po’ per il nord Italia. Sono tornato nel mio collegio per incontrare i nostri militanti ed elettori a Novi Ligure ed Asti, sono andato a Cordenons (Pordenone) e Latisana (Udine) per sostenere la candidatura dell’amico Alessandro Maran che si candida a presidente del Friuli-Venezia-Giulia con una lista liberal democratica sostenuta da Italia Viva – Azione e, per la prima volta insieme, +Europa. E infine una tappa in Veneto, a Belluno, ben raccontata da questo servizio di TeleBelluno .

Prima di salutarvi e darvi appuntamento alla prossima newsletter ecco il consueto elenco delle trasmissioni tv e radio alle quali ho partecipato. 

  1.  Stasera Italia del  21 febbraio 
  2. Un giorno da pecora del 28 febbraio
  3. Tg1 Mattina del 9 marzo 
  4. Sabato24 dell’11 marzo 
  5. Filo Diretto del 13 marzo 
  6. Omnibus del 15 marzo 


Un abbraccio,
Luigi

Lascia un commento