Superbonus, ecco come uscire dall’impasse: “Compensare i crediti con gli F24″

Intervista ad Affaritaliani.it del 17/02/2023

Marattin: “Superbonus, ecco una proposta per uscire dall’impasse”

“Punti di contatto col governo ne abbiamo ben pochi, ma con Nordio parecchi: che cosa intende fare il ministro?”. Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, racconta in un’intervista a tutto tondo ad Affaritaliani.it quale sia l’idea politica ed economica del Terzo Polo (“non è in crisi”) e boccia definitivamente il Pd: “Va rispettato come tutti gli avversari”

Marattin, facciamo chiarezza sul provvedimento del governo che qualcuno definisce “omicida” del Superbonus: è davvero così? 

Il vero omicidio del Superbonus lo fecero coloro che, invece, proclamano esserne gli amorevoli padri: il Movimento Cinque Stelle. Quando nel Decreto Rilancio del maggio 2020 imposero – contro le proteste di molti di noi – di accompagnare il superbonus con la circolazione libera, totale e incontrollata di tutti i crediti di imposta relativi ai bonus edilizi. Avevano creduto alle baggianate sulla “moneta fiscale”, che avevano letto su non so quale delirante blog complottista. Quella sciagurata mossa non solo ha creato miliardi di truffe ai danni dei contribuenti italiani, ma ha anche reso inevitabile le successive strette che, come sempre accade, hanno coinvolto e danneggiato anche le imprese oneste. E la stessa cosa è avvenuta ora, con il pronunciamento di Eurostat.

La scelta dell’esecutivo è corretta? O c’erano altre strade da prendere?

La scelta di intervenire sulla cedibilità dei crediti da ora in poi è la diretta e inevitabile conseguenza della decisione di Eurostat in merito alla corretta contabilizzazione di questo tipo di attività. Personalmente – leggendo anche la nota Eurostat originale – ho solo qualche dubbio che sia necessario il blocco totale e non, ad esempio, una singola cessione. Ma il punto vero è sul pregresso. Nel Decreto-legge di ieri il Governo ha ulteriormente proseguito il percorso intrapreso dal Governo Draghi sull’alleggerimento delle responsabilità per chi acquista questi crediti, ma è tutto da vedere se sarà sufficiente ad evitare i gravi problemi di liquidità di alcune imprese di costruzione. Noi una proposta l’avevamo fatta, nella scorsa Legge di Bilancio: permettere agli istituti bancari di compensare i crediti usando gli F24 della clientela. 

A proposito del governo, sono passati poco più di 100 giorni dal suo insediamento: che cosa ne pensa? C’è qualche punto di contatto con le posizioni del cosiddetto terzo polo?

Molto pochi. Abbiamo tanti punti di contatto col Ministro Nordio (escludendo la sua gestione del caso Donzelli-Delmastro) e con le sue idee di riforma della giustizia. Ma lì la vera domanda è capire quanti punti di contatto abbia, invece, il Ministro Nordio con la sua stessa maggioranza.

Il 31 marzo verranno presentate le liste per il rinnovo delle partecipate: che cosa si aspetta?

Dipende se vorranno seguire il metodo Rivera-Barbieri (e cioè la sostituzione, nel ruolo di Direttore Generale del Tesoro, di una persona di indubbia qualità con un’altra persona di indubbia qualità) oppure se prevarrà la fame di poltrone che normalmente prende chi è stato a lungo all’opposizione. In quest’ultimo caso di solito i criteri di merito e qualità soccombono di fronte ad altri criteri.

Si parla di “maretta” Renzi-Calenda. Siamo già alla rottura o serve fare un tagliando all’alleanza?

Nessuna maretta, nessuna rottura. È semplicemente in corso una riflessione sull’esatta tempistica del nostro progetto di costruzione di un partito riformista e liberal-democratico. Una riflessione a cui io ho cercato di contribuire ponendo l’accento sul “cosa” e sul “come”, piuttosto che esclusivamente sul “quando”.  Ma non penso ci sia nulla di mare nel discutere alla luce del sole sui passi che ci attendono e sui modi e i tempi in cui li realizzeremo. 

La procedura d’infrazione dell’Ue sul RdC dimostra che c’è stata una gestione errata di un tema comunque importante o che era proprio sbagliato il tema stesso?

La procedura d’infrazione è relativa al requisito di essere residenti in Italia da almeno 10 anni (una condizione che ad esempio non valeva nel successivo Reddito di Emergenza, durante il Covid). Per il diritto della UE, questa condizione è discriminatoria. Ma il problema del reddito di cittadinanza va molto oltre questo specifico aspetto, come noi abbiamo sempre detto. E siamo stati anche gli unici a presentare una proposta completa di sostituzione di questo strumento con altri più equi e più efficienti.

Giorgia Meloni ha annunciato a breve un provvedimento per razionalizzare il fisco: che cosa si attende? Ci saranno provvedimenti su cui si può immaginare una “grosse koalition”?

Fratelli d’Italia – assieme a Lega e Forza Italia – ha nel settembre scorso impedito l’approvazione definitiva della riforma fiscale alla quale, tutti insieme, avevamo lavorato nella scorsa legislatura. La motivazione essenzialmente era che volevano realizzarla loro. Bene, lo facciano. Se, come annunciato, ricalcherà il lavoro svolto dalle commissioni finanze nella scorsa legislatura, non sarà un problema aprire un dialogo costruttivo. L’obiettivo non è appuntare una medaglietta su questo o su quel petto, ma dare agli italiani un fisco strutturalmente nuovo, dopo più di mezzo secolo.

Il rapporto con il Pd può essere recuperato a livello nazionale o ci si limiterà ad alleanze territoriali?

Quando si dice Pd non si capisce se si intende un partito riformista (Gori, Nannicini, o tanti altri di impostazione liberale e riformista) o un partito che scatta sull’attenti ogni volta che la Cgil parla. Oppure, un partito che si illuda di poter tenere insieme queste due anime radicalmente e strutturalmente diverse. Se chiede a me, il Pd va trattato con rispetto come tutti gli altri avversari politici. Ma personalmente non mi interessa nessun tipo di rapporto politico.

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