L’autonomia differenziata non si farà mai

L’autonomia differenziata non si farà mai, perché i Lep per 23 competenze non si calcoleranno mai (e in certi casi è pure una fortuna).

Ma se si facesse, sarebbe un progetto senza il minimo senso: vivremmo in un paese in cui alla domanda “che compiti ha la Regione?” si risponderà in 20 modi diversi, a seconda della Regione in cui ti trovi.

Senza contare che la gestione di molte di queste materie – in un mondo ormai globalizzato – non può che essere nazionale (rapporti con la Ue, commercio estero, istruzione, grandi reti di trasporto e telecomunicazione).

E la gestione di alcune altre (ambiente, ricerca scientifica) – sempre nel mondo globalizzato di cui sopra – probabilmente deve ormai essere sovranazionale.

Si tratta quindi semplicemente di un mediocre spot elettorale per le elezioni lombarde di domenica prossima.

Poiché hanno raccontato la storiella che “se sei a favore dell’autonomia sei favorevole al nord”, tentano di raccogliere un po’ di voti così.

Non è una cosa nuova: in Italia da molti anni la politica è stata sostituita da un derby tra curve ultra che si scambiano cori da stadio senza nessuna valenza pratica. Ma che fanno colore.

Noi del Terzo Polo abbiamo una proposta chiara: l’architettura della Repubblica deve essere completamente rifatta, per adattarsi al nuovo millennio.

Monocameralismo, premierato, legge elettorale dei sindaci, rifacimento dei livelli di governo dando ad ognuno competenze chiare, strumenti fiscali esclusivi (così che il cittadino possa “pagare, vedere, votare”) e fondi perequativi basati su fabbisogni standard, livelli essenziali delle prestazioni e capacità fiscale.

Se mai qualcuno vorrà davvero discutere di come rifare in modo equo ed efficiente le istituzioni di questo paese, ci troverà pronti (come già siamo) a discuterne.

Nel frattempo, le cialtronate da campagna elettorale ve le potete tranquillamente fare da soli.


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