Quarta puntata: e le tasse?

Riassunto delle puntate precedenti: stiamo cercando di capire come ha fatto il rapporto deficit/Pil italiano a diminuire dal 5,1% al 1,6% nel decennio scorso.

Nella prima puntata abbiamo capito che non è stato merito della riduzione della spesa corrente, che non c’è stata.

Nella seconda abbiamo capito che è stato soprattutto merito (per quasi la metà) della massiccia riduzione della spesa in conto capitale.

Nella terza puntata abbiamo capito che è stato anche merito (per circa il 30%) dalla riduzione della spesa per interessi, dovuta alla politica monetaria della Bce dal 2012 in poi.

E ora è il momento di scoprire a cosa è dovuto il restante 20%.

QUARTA PUNTATA.

Il primo grafico mostra l’andamento delle entrate tributarie e contributive, che dal 2009 al 2019 sono cresciute di 100 miliardi.

Ma ormai abbiamo imparato che i valori assoluti ( = in euro) non contano molto.

Il secondo grafico mostra l’andamento delle entrate tributarie e contributive in rapporto al Pil: vale a dire la pressione fiscale.

In questo grafico, questo me lo permetterete, notate l’unica riduzione della pressione fiscale verificatasi in quel decennio: – 1,6% tra il 2013 e il 2017 (che diventa -2,2% se teniamo conto degli “80 euro”), opera dei governi Renzi e Gentiloni.

Ma in tutta questa analisi stiamo guardando il periodo 2009- 2019 (in cui hanno governato, alternandosi, tutti i partiti attualmente presenti in Parlamenro) dove l’incremento complessivo della pressione fiscale è stata di circa lo 0,7%.

Eccolo quindi il terzo e ultimo responsabile della riduzione del deficit: un incremento della pressione fiscale.

Appuntamento a domattina, per il riassunto di questa piccola storia che abbiamo raccontato.

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