L’IRPEF e il costo della democrazia

Secoli fa il costo della partecipazione alla vita pubblica era monetario: potevi votare se avevi i soldi.

Oggi, se le democrazie liberali vogliono sopravvivere, il costo è diverso: per partecipare alla vita pubblica, devi spendere un po’ di tempo nell’approfondire. Per orientarti consapevolmente in una società sempre più complessa, in cui i corpi intermedi – e l’informazione – spesso non svolgono più la fondamentale funzione di mediazione, di istruzione, di accrescimento culturale, di diffusione di consapevolezza. Non deve certamente essere un obbligo, certo. Ma, secondo me, è un “obbligo di fatto”, pena arrendersi al populismo, con tutto ciò che ne consegue.


Tutto sto pippone per dirvi che in questo file excel trovate tutti i dati relativi alla nostra Irpef (la fonte è il Dipartimento Finanze del Mef, e potete controllare a questo sito: https://www1.finanze.gov.it/finanze3/analisi_stat/index.php?tree=2020). I dati sono gli ultimi disponibili, vale a dire relativi al 2019. Questo ha una conseguenza importante: in questi dati non sono quindi ricompresi i 6 miliardi aggiuntivi di “potenziamento del bonus Renzi” – a beneficio dei redditi da lavoro dipendente fino a 40.000 euro – che cominciarono ad avere effetto proprio nel 2020.


Vi ho messo anche un file word in cui ho scritto una brevissima guida alla lettura, per orientarsi facilmente in quella selva di numeri.


Se spendete pochi minuti per “fare conoscenza” con questi dati, poi potete sbizzarrirvi a “giocarci”. Potete controllare su chi gravi, realmente, il peso della nostra Irpef, e quanto spazio c’è davvero per “ridurre l’Irpef ai più poveri”.
Potete, in altre parole, farvi un’opinione da soli. Sulla base dei dati. 

Lascia un commento