Riforma fiscale: ridurre il prelievo sulle buste paga

Intervista a Il Corriere della Sera

Dopo che i partiti hanno presentato i loro documenti sulla riforma del fisco, le commissioni Finanze di Camera e Senato lavorano alla relazione conclusiva che fornirà al governo la traccia per il disegno di legge delega di luglio. Si può fare una riforma complessiva o ci si limiterà all’Irpef?

Fin da gennaio noi ci siamo sempre tarati su una riforma complessiva del sistema fiscale. Poi vedremo cosa sarà possibile fare. Risponde il Presidente della Commissione Finanze della Camera Luigi Marattin (Italia Viva).

Come si può mettere insieme la Lega che vuole la flat tax e Leu che vuole la patrimoniale sui ricchi, il Pd che propone l’aumento delle tasse di successione e Forza Italia che le vuole abolirle?

Con due ingredienti. Ogni forza politica deve essere pronta a rinunciare a qualcosa, in nome di un compromesso alto e coerente da costruire con responsabilità. E la consapevolezza che il momento per mettere mano al fisco, dopo 50 anni, è questo; difficilmente queste condizioni ritorneranno.


Partiamo dall’Irpef. La strada percorribile sembra quella del passaggio tra 5 a tre aliquote, riducendo in particolare il prelievo tra 28 e 55 mila euro, dove oggi l’aliquota è del 38%. È così?

Non è questione di numero delle aliquote legali, ma di andamento della progressività, oggi troppo ripida e pesante sul ceto medio.  Il nostro obiettivo è semplificare e ridurre l’imposizione in particolare su quel segmento. Sui modi stiamo discutendo.


Ridurre le aliquote e magari abolire anche l’Irap come emerge dai documenti costerebbe decine di miliardi l’anno. Si può fare?

Di superamento dell’Irap stiamo ragionando molto seriamente ma a parità di gettito, quindi inglobandola nell’Ires già esistente in modo da semplificare il quadro. Sul costo complessivo della riforma, le posso dire solo che personalmente spero in una riduzione del carico fiscale sul lavoro di almeno 10 miliardi l’anno. Altrimenti il paese a crescere non tornerà più, pure con tutto il green e il digital che vuole….


Dove trova le risorse per coprirla? In deficit? Con le entrate presunte della lotta all’evasione?

Dobbiamo evitare la diatriba tra chi vuole fare tutto in deficit, e chi vuole fare tutto a pressione fiscale invariata. Una riforma ben fatta “meriterebbe” un sentiero di rientro meno brusco di quello attuale, che prevede un taglio del deficit dall’11,8% del 2021 al 3,4% del 2023. Inoltre, nelle nostre discussioni, non è stato un tabù cercare risorse nel sistema stesso.


Quanto si può ricavare realisticamente dal taglio delle tax expenditures?

Se decideremo di agire veramente su quel fronte, non possiamo andare voce per voce. Ci hanno provato in tanti e hanno tutti fallito. Il metodo non può che essere, in caso, più radicale: pulizia totale, e poi si vede cosa è davvero imprescindibil, come le spese mediche.


Alla fine, se la riforma ha un senso, qualcuno dovrà pagare meno tasse e qualcuno di più. Chi, secondo lei?

Secondo me, a pagare meno dovrà essere chi lavora e produce, in particolare della fascia media. Se sarà necessario redistribuire il carico fiscale, dovrà essere nei confronti di ciò che non fa crescita. Ma a una condizione: in aggregato, la pressione fiscale deve diminuire, e di tanto.

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