Che cosa succederà al nostro debito pubblico nel 2021?
Vediamo.
L’ultimo documento ufficiale di finanza pubblica del governo ( = il Documento Programmatico di Bilancio) annuncia per il 2021 un rapporto debito/Pil al 155,6%.
In discesa rispetto al 158% del 2020.
Il 20 gennaio, in audizione presso la Commissione Bilancio, il ministro Gualtieri ha annunciato che in realtà il debito 2020 sarà di un punto più basso (157%), “in ragione del postponimento di alcune operazioni finanziarie” (pag.16 dell’audizione).
Buone notizie, dunque. Se si parte da un livello più basso (157% invece di 158% ) vuol dire che nel 2021 si arriverà ad un livello più basso di quello attualmente previsto (155,6%).
Purtroppo le cose non stanno così.
Vediamo perché.
Ci sono altre due cose che nel frattempo sono cambiate:
1) il nuovo scostamento di bilancio di 32 miliardi farà peggiorare – secondo le stesse dichiarazioni del Ministro (pag.15 dell’audizione) – il disavanzo primario del 2021 dal 3,7% al 5,5% del Pil.
2) la crescita del Pil reale per il 2021 non sarà il +6% stimato dal governo, ma molto più bassa.
Su questo punto, in maniera francamente incredibile, ancora il 20 gennaio il ministro Gualtieri era granitico nelle sue convinzioni: “riteniamo che il risultato di crescita di quest’anno potrà non risultare di molto inferiore a quanto previsto” (pag.16 dell’audizione). Ottimismo confermato su Twitter dal responsabile economico del Pd che, confermando il + 6% di crescita, annunciava di conseguenza il pieno recupero entro il 2022 di tutto il Pil perso durante il COVID.
Questo nonostante alcuni di noi avessero pacatamente ricordato che il giorno prima l’Ufficio Parlamentare di Bilancio avesse ricordato (tabella a pag.11 della memoria del 19 gennaio) che le stime di tutte le istituzioni e centri di previsione del mondo fossero significativamente inferiori al +6%: si andava dal +3,5% di Banca d’Italia al +4,5% di Oxford Economics.
Il 26 gennaio ci ha pensato il Fondo Monetario Internazionale a riportare tutti alla realtà: la stima di crescita 2021 per l’Italia non sarà superiore al 3%.
Rifacciamo i calcoli dell’andamento del rapporto debito/Pil nel 2021 utilizzando:
1) la buona notizia di un punto di partenza più basso (157% invece che 158%)
2) la cattiva notizia di un disavanzo primario più alto, a seguito dell’ultimo scostamento di 32 miliardi (5,5% invece di 3,7%)
3) la cattiva notizia – utilizzando la previsione del Fondo Monetario Internazionale – di un tasso di crescita 2021 pari alla metà di quanto il governo continua a credere (3% invece di 6%)
Il risultato fa 160,3%.
Ben lontano dal 155,6% auspicato dal governo.
(Per gli addetti ai lavori: nei calcoli ho compensato due ulteriori possibili aspetti di segno opposto. Ho infatti lasciato intatta la stima di deflatore del Pil al livello previsto dal governo (+0,8%), nonostante il dimezzamento della crescita porterà con tutta probabilità ad una riduzione di questo valore. Ma, sul versante opposto, non ho considerato gli effetti espansivi sul Pil dello scostamento di 32 mld. Questi due aspetti dovrebbero all’incirca bilanciarsi).
È quindi estremamente probabile che il nostro debito pubblico salga dal 157% – con cui forse si è chiuso il 2020 – ad un valore superiore al 160%. Con cui, al momento, potrebbe chiudersi il 2021.
C’è un’ultima, buona, notizia.
Che facciamo ancora in tempo ad evitarlo. Se ci muoviamo.