Non ristori, ma stop alle tasse. Scostamento da 20 miliardi? Stavolta sia adeguato

Intervista a Luigi Marattin (Italia Viva), Presidente della Commissione Finanze della Camera: “Legge anche positiva, ma è chiaro che poi bisognerà farne un’altra. Sì al doppio relatore per stanare le opposizioni. Riflettere su norma su cybersicuezza.

L’iter parlamentare della manovra sarà per forza di cose brevissimo. Eppure resta, quella appena varata, una legge che quest’anno si costruirà strada facendo, anche perché nasce da un quadro -quello della Nadef di fine settembre- già superato dai fatti. “Sì, è una manovra –dice Luigi Marattin, economista di Italia Viva e Presidente della commissione finanze della Camera- che rispecchia la situazione di un mese fa, quando la seconda ondata era appena all’inizio. Tuttavia, riesce a conseguire risultati importanti anche in chiave “offensiva”, con la decontribuzione per donne, giovani e sud e la rivoluzione dell’assegno unico per le famiglie. È evidente però che con il nuovo scostamento di bilancio, nei fatti bisognerà fare un’altra manovra. Ora, non si poteva fare altrimenti”

A parte l’assegno ai figli, lei ci vede una spinta espansionistica?

Quando devi difenderti da un nemico così potente e sei pertanto costretto a giocare così pesantemente in difesa, non è facile essere spregiudicati in attacco. Ma anche il rafforzamento di “industria 4.0” -che ora ha cambiato nome solo per far credere che sia una cosa diversa da quella che fece Renzi- va nella direzione di favorire la crescita, e non solo l’assistenza. Infine non dimentichiamo la riforma Irpef nel 2022, che per noi è il vero obiettivo.

Il nuovo scostamento sarà di 20 miliardi?

Non è ancora deciso. Deve essere di dimensioni adeguate a fornire a tutte le attività il sostegno necessario a traghettarle fino al vaccino. Magari con la forma più semplice e veloce di ristoro che esista: cancellare alcune tasse.

Il dialogo con le opposizioni stenta a decollare, ma come va costruito?

L’ipotesi di nominare un relatore di maggioranza e uno di opposizione mi vede molto favorevole: forzerebbe le opposizioni a confrontarsi con la realtà dei numeri, sottraendoli da quella comoda posizione in cui puoi permetterti solo di fare un faraonico elenco della spesa e arrabbiarti se non viene accontentato, che è il modo in cui spesso si fa opposizione. Certo, se poi il lavoro di preparazione dei provvedimenti fosse più ordinato e metodico, male non farebbe.

Quanto la preoccupa il veto di Ungheria e Polonia?

Molto, e spero che la presidenza tedesca riesca a realizzare una mediazione in grado di non applicare ai principi e ai valori su cui si fonda l’Ue. Che valgono più di qualsiasi bilancio o piano finanziario: se l’Europa perde la propria anima tutto perde significato.

Di Maio, rifacendosi a Sassoli, dice che il Mess è un capitolo chiuso.

Che il Mes debba evolvere non è un’opinione del presidente Sassoli o di chiunque altro, visto che da circa un anno è pronta una riforma che è bloccata dal solo veto italiano, risalente ai tempi del Conte 1. Il punto è che la nuova linea sanitaria non c’entra nulla con questo discorso. Dire di no è un grave errore. Purtroppo questo parlamento è pieno zeppo di populisti. Sia in maggioranza che all’opposizione. Dovranno rispondere alla propria coscienza e propri elettori.

Cosa pensa dell’idea di cancellazione dei debiti Covid?

Far credere che si possa cancellare il debito in tutto o in parte con un tratto di penna senza conseguenze è come credere a Babbo Natale. Altra cosa è ragionare su come gestire l’enorme indebitamento in modo funzionale al prossimo step dell’integrazione europea. Senza dimenticare che se è vero che il debito è aumentato molto ovunque, c’è solo un Paese in cui supera il 160% del Pil e in cui la crescita è inferiore al costo medio del debito, creando le condizioni per una traiettoria potenzialmente esplosiva. Lascio immaginare quale…

Le tante “mancette“ presenti in manovra non sono stonate?

Italia Viva ha chiesto in tutti modi di eliminarle o rimandarle -se proprio necessario- a tempi migliori. Ci è riuscito solo con un fantomatico Comitato per la produttività. Particolarmente strano l’Istituto per la Cybersicurezza: colpisce che un governo che tende ad allargare la presenza pubblica anche dove non è ovvio, dalle autostrade alla borsa, abbia l’idea di far entrare il privato in un settore dove per definizione non si deve neanche lontanamente avvicinare. Credo sia meglio dedicare qualche riflessione in più a questa norma.

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