IL “GIALLO” DELLE SPESE MILITARI.

Perché a volte penso che l’Italia sia totalmente, fatalmente e irrimediabilmente fottuta.

Da qualche ora il web – e gran parte della politica italiana – sono impazziti su una cosa su cui nessun altro paese al mondo (compresi quelli in via di sviluppo) sarebbe impazzito.

Gli esponenti politici del centrosinistra – a partire dalla segretaria Pd Schlein – stanno dicendo che l’accordo raggiunto in sede Nato farà salire la spesa militare di 400 miliardi (a seconda del politico o giornalista compiacente che parla, tale cifra sale anche a 500 o 600 o persino 700).

I conti li abbiamo già fatti in un altro tweet.

Al momento la spesa è al 2% del Pil annuo.

L’obiettivo è arrivare tra 10 anni al 3,5% del Pil.

Siccome ad oggi ogni punto di Pil vale circa 20 miliardi, stiamo parlando quindi di una spesa militare che nel 2035 deve essere circa 30 miliardi più elevata di quella del 2025.

Ma poiché in questi 10 anni si presume che il Pil non rimanga piatto ma cresca almeno un po’ (ricordo a tutti i presenti che l’Italia è il paese che negli ultimi 30 anni è cresciuto di meno sul Pianeta Terra), diciamo che possiamo arrotondare a circa 35 miliardi.

Quindi nel 2035 la spesa militare sarà più alta di circa 35 miliardi rispetto al 2025.

Ma allora come fa il centrosinistra a parlare di 400, 500 o 600 miliardi?!

Commettendo due errori incredibili:

1) sommare algebricamente la spesa annuale di ciascuno dei 10 anni dal 2025 al 2035

2) come se non bastasse la scemenza precedente, usare nella somma tutta la spesa militare (e non solo quella aumentata).

Ma in contabilità pubblica non funziona così.

Se quest’anno spendo 10 euro e l’anno prossimo spendo 10 euro non ho speso 20 euro.

Ho mantenuto la spesa annuale costante a 10 euro.

In altre parole, non è che il 31 dicembre ogni capitolo di spesa – ovviamente finanziato a decorrere – si azzera magicamente, e dal 1 gennaio bisogna reperire le risorse per ricostruirlo al livello della notte precedente.

Altrimenti, con lo stesso folle ragionamento, in sanità non spendiamo 137 miliardi: ma i 137 miliardi del 2025 più i 134 che abbiamo speso nel 2024 e così via.

Ma la cosa più folle non è che la politica commetta errori così grossolani. Ma che quando un bravo giornalista lo fa notare (Valerio Valentini sul @ilpost ) questa cosa venga citata come “una opinione” e non come un banalissimo fatto.

O addirittura venga contestata da quei politici , e da una massa di analfabeti sui social.

“Basta un giorno così” – cantava Max Pezzali quando ero ragazzo – “a cancellare 120 giorni stronzi”.

Basta un giorno di follie politiche e giornalistiche così, a cancellare la speranza che questo diventi mai un paese normale.

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