Più statalista della sinistra, l’esecutivo gioca a fare il grande architetto.

la mia intervista a la Repubblica del 20 aprile 2025

«Siamo di fronte a un’operazione statalista». A bocciare così le prescrizioni del governo sull’offerta di Unicredit per Banco Bpm è Luigi Marattin, deputato del gruppo Misto e co-fondatore del partito Liberaldemocratico.

Siamo addirittura allo statalismo?

«Direi proprio di sì. In Italia abbiamo l’unica destra che mette becco nelle normali dinamiche di mercato come se fosse la sinistra».

Per il governo, però, i poteri speciali tutelano «interessi strategici per la sicurezza nazionale». Non è un’azione legittima?

«Due banche private italiane si fondono e questo metterebbe a rischio la sicurezza nazionale?».

Nell’idea dei partiti di maggioranza, le prescrizioni sugli sportelli tutelano l’occupazione. Senza, sostengono, c’è il rischio che Unicredit diventi corsara sul territorio. È d’accordo?

«Quando si pregava Unicredit di comprare Mps a condizioni impossibili, nessuno si preoccupava che diventasse corsara. In un’economia di mercato, gli unici paletti a operazioni di questo tipo li può mettere l’Antitrust, per tutelare la concorrenza. Non il governo».

Non vede rischi?

«Vedo molti rischi: il prezzo di acquisizione, le economie di scala risultanti, il valore che si crea. Ma in un’economia di mercato sana, i rischi non li deve valutare il governo, ma gli azionisti delle due banche. Se la valutazione fosse positiva, si creerebbe un gruppo che aumenterebbe la concorrenza in Italia e probabilmente in Europa».

Le prescrizioni a Unicredit, ma anche l’offerta di Mps, di cui il Mef ha l’11,7%, per Mediobanca. Il governo mostra un certo attivismo bancario. Sbaglia?

«Mi piace pensare che la prescrizione di recidere ogni legame con la Russia (che Unicredit ha nei fatti però già reciso), il governo Meloni la rivolga anche ad un partito della sua maggioranza».

E la spinta a Mps verso Piazzetta Cuccia?

«Prima il governo esca dall’azionariato e poi Mps, divenuta totalmente privata, farà le scalate che vuole. Altrimenti i sospetti che qualcuno a Palazzo Chigi o al Mef giochi a fare il Grande architetto della finanza, con i soldi dei contribuenti, diventano troppi».

Il governo si è diviso su Unicredit. Forza Italia ha messo a verbale la sua contrarietà. È un pezzo di centrodestra con cui ambite ad allearvi?

«Se un giorno deciderà di andare oltre la ‘messa a verbale’ e troverà il coraggio di scrivere il proprio verbale liberale senza sovranisti e populisti, perché no».

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